Aci Bonaccorsi. Il Tar dà ragione alla Project Company Aci Srl per la vendita senza limiti delle fosse tombali annullando l’ordinanza sindacale

ACI BONACCORSI. E’ stata annullata  dal Tar l’ordinanza sindacale del Comune di Aci Bonaccorsi, con la quale venivano limitate le vendite delle fosse tombali ai cittadini.  Si è pronunciato il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, sezione terza di Catania, in merito all’ordinanza sindacale che aveva ordinato alla società ”Project Company Aci Srl”, concessionaria dei lavori di ampliamento del cimitero di Aci Bonaccorsi, di limitare le vendite delle 10 fosse tombali già costruite da diversi mesi, per essere concesse esclusivamente solo in presenza di salma di cittadini nati o residenti nel comune bonaccorsese. Adesso con l’annullamento dell’ordinanza che era stata impugnata dalla società concessionaria, quest’ultima comunica alla popolazione che è già ripresa da ieri agli interessati la vendita libera delle tombe a terra, a tre posti rimanenti, la cui vendita avviene contattando la stessa società concessionaria telefonicamente al numero 3467638839 oppure per email: pccompanyaci@gmail.com. La società concessionaria ha un contratto decennale dei lavori di ampliamento del cimitero iniziato nell’anno 2017 e scadrà nell’anno 2027, convenzione sottoscritta con l’ente. Attualmente sono rimasti circa una decina di loculi e 10 fosse tombali, urge in tempi brevi la costruzione di nuove tombe. Il primo cittadino di Aci Bonaccorsi, Vito Di Mauro, da noi interpellato sulla sentenza del Tar, ha così risposto: “La questione delle tombe a livello contrattuale prevede che una quota di quanto costruito dalla società Project Company Financing venga destinata alle emergenze, e in particolar modo alle persone che non hanno in vita acquistato nessuna tomba. Questo per evitare il rischio che se qualcuno muore, non sappiamo come seppellirlo, questa è una norma contrattuale. Il Tar in questa sentenza ha ribadito che noi non possiamo attuare l’ordinanza. Nei prossimi giorni con l’avvocato studieremo come fare per ovviare il problema”. Nunzio Leone

                                             I