Catania. Più qualità e competenze con il codice dei contratti: Sicilia pioniera con migliorie su norma nazionale

 

CATANIA – “Una legge che valorizza il progetto e l’operato dei tecnici, oltre a ridurre i tempi di realizzazione, velocizzando i processi di trasformazione territoriale”. Il Codice dei Contratti, a cui fa seguito l’introduzione dell’equo compenso, sono le novità su cui si sono soffermati l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania e la Consulta Regionale degli Ingegneri Sicilia, con il prezioso intervento del Consiglio Nazionale. Un legame molto forte tra le due normative, come evidenziato dal presidente dell’ordine, Mauro Scaccianoce, con «compensi equi al valore del lavoro e alla qualità della progettazione: elementi centrali in questo momento di transizione – sottolinea il presidente della categoria etnea – Una norma che riconosce l’importanza del professionista, che deve farsi carico delle proprie responsabilità verso la società. Dall’altro lato agevola le amministrazioni e snellisce alcuni procedimenti. Sicuramente un grande passo in avanti, anche se alcuni punti mostrano ancora delle criticità, come quella legata all’apertura nei confronti dell’appalto integrato, che affida contemporaneamente progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori». Nel percorso di stesura e approvazione, determinante il tanto auspicato dialogo tra professionisti e autorità governative. «La nuova legge scansa le direttive introdotte dalla “Bersani”, che rappresentava ormai una norma obsoleta e non proporzionata all’operato dei tecnici e alla qualità dei progetti – dichiara il segretario del Cni, Giuseppe Margiotta – Una rivoluzione nel rapporto con gli enti appaltanti e nel modus operandi delle Amministrazioni, intrisa di grande valore culturale e di principi. Non a caso, grande apprezzamento è stato mostrato anche dall’Anac (Associazione Nazionale Anticorruzione) e dall’Oice (Organizzazione di Ingegneria e Consulenza). Permangono ancora alcune criticità, soprattutto quella relativa ai limiti di partecipazione in relazione ai periodi in cui è stata maturata l’esperienza professionale con la Pubblica Amministrazione, che rende impossibile l’accesso a quasi il 98% dei professionisti». Barriera abbattuta a livello siciliano, dove emergono alcune differenze rispetto al quadro generale, complice il dialogo intavolato tra la Consulta e il Governo regionale. «Nelle fasi preliminari – spiega il presidente Fabio Corvo – siamo stati auditi dalla IV Commissione all’ARS, portando avanti (e ottenendo) tre istanze.